Senza nessuna pretesa di giudicare il libro dalla copertina, l’illustrazione realizzata da Josie Portillo per il romanzo di Anne Fleming Una capra sul tetto (Mondadori, 2018) è un raro caso in cui davvero la storia sta tutta in una pagina.
L’illustrazione, che nell’edizione italiana è stata leggermente modificata per farci stare il titolo, un po’ più lungo, è questa.
È raro che una copertina sia così eloquente, e in realtà lo è sia per la bravura dell’illustratrice, sia perché è la storia stessa a prestarsi al gioco.
Lo spazio è interamente occupato da un palazzo neanche troppo alto. Si capisce che siamo a New York perché sul tetto di tutti i palazzi c’è una di quelle grosse cisterne d’acqua che abbiamo visto mille volte al cinema, nei fumetti e nei cartoni animati. Tutte le vicende del romanzo avvengono in quel palazzo, o comunque nei dintorni di quel palazzo.
Josie Portillo ha illuminato la facciata dell’edificio e il marciapiede con un fascio di luce che, come un occhio di bue, illumina la scena. Non è una scelta casuale, perché la piccola Kid, che è quella ragazzina seduta sul muretto vicino al portone, è arrivata a New York con la sua famiglia da Toronto per due motivi: un parente ha chiesto ai genitori di fare da dog sitter a Cat, il suo cane, mentre lui non c’è, e i genitori di Kid hanno colto al volo l’occasione (potete vedere Cat affacciato alla finestra insieme alla mamma di Kid), perché la mamma di Kid deve portare a Broadway il suo spettacolo teatrale, e il padre si è preso una pausa dal lavoro per scrivere una sceneggiatura. Ecco perché l’occhio di bue sulla scena.
Il padre di Kid, che non sembra particolarmente motivato, ne approfitta per visitare musei e fare passeggiate con sua figlia. Durante una di queste passeggiate incontrano Will, che è quel ragazzino col cappello blu seduto sul muretto con Kid. Il loro primo incontro va tutto storto, perché Kid è timidissima e non riesce a parlare, e neanche a guardare in faccia gli sconosciuti, mentre Will mischia le parole. Proprio per le reciproche difficoltà, comunque, i due diventano amici.
Will ha anche un altro problema: ha la fobia delle finestre. La sola vista di una finestra gli provoca attacchi di panico, è assolutamente impossibile, per lui, affacciarsi o guardare fuori, neanche stando lontano. Visto che a New York ci sono finestre ovunque, sua nonna è sempre con lui e non lo perde mai di vista.
Una sera Kid, guardando fuori dalla finestra, nota qualcosa di bianco sul tetto. Will si rifiuta di guardare, ma non è sorpreso: da tempo si dice ci sia una capra sul tetto del palazzo, e pare che chi la vede abbia sette anni di fortuna.
Una capra sul tetto, che porta fortuna se la vedi, è un richiamo irresistibile che aiuta i due ragazzini a mettersi in gioco: pur di trovarla, decidono di bussare a tutte le porte del palazzo e chiedere se qualcun altro l’ha vista, o ha sentito qualcosa, anche se questo per Kid significa dover parlare agli sconosciuti, e per Will uscire dal campo visivo di sua nonna.
Kid e Will scoprono un palazzo popolato di gente decisamente sopra le righe, tra cui un anziano signore (quello che gira sul deambulatore elettrico in strada) che, dopo un ictus, ha perso la voglia di parlare con sua moglie (lei è alla finestra a innaffiare le piante), uno scrittore fantasy cieco che gira in skateboard con il cane guida ed è un campione di scacchi (non potete non vederlo), e un misterioso inquilino che compra grandi quantità di paglia per criceti anche se non ha criceti in casa (alla finestra in alto a destra, con un sacco di paglia).
Ciò che accomuna Kid, Will e tutti gli inquilini del palazzo, è che ciascuno nel privato del proprio appartamento ha fobie, traumi, angosce apparentemente insormontabili, ma nessuno è senza speranza: basta un po’ di coraggio, per superarli. E certo, sette anni di fortuna possono aiutare.
Cosa ci fa una capra sul tetto di un palazzo di New York, la copertina non lo dice. L’unico modo per saperlo è leggere il libro.
Questo libro è finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2019, nella categoria 6+.
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