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Roald Dahl

Empatia batte darwinismo uno a zero

Avidi, egoriferiti, anaffettivi, meschini, bugiardi e maledettamente competitivi, devono fortunatamente scontare un amaro contrappasso: il figlio, che avevano generato solo per assicurarsi un erede a cui lasciare l'enorme patrimonio, è il loro esatto opposto. Il bambino si chiama Primo, nome che avevano scelto affinché nella vita primeggiasse. Nessuna adorazione per lui, però. Gli si rivolgono alternando indifferenza, disprezzo, scuotendo le teste e con appellativi tipo "Coso" o "moccioso". A Primo, ovviamente, di primeggiare non interessa nemmeno per distrazione.

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