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Ragazzina non andare con i cantautori che poi finisci nelle canzoni
Quando sabato sera vedo sbucare Emidio Clementi alla Confraternita dell’uva mi preoccupo un po’. Non riesco a capire che persona sia e per i primi dieci minuti mi sforzo disperatamente di collocarlo. È spigoloso, ma non rigido. Ha lo sguardo asciutto, ma si lascia andare a gesti eleganti. La voce è profonda, certo è un musicista mi dico, la sua intonazione, tuttavia, è così mobile ed essenziale da ricordarmi certi attori degli anni Settanta. Non è piena come la immaginavo, ma precisa, arguta, sottile. Appartiene a qualche altro tempo.