Damon Kornbluth, J. Fritz Leinster, Todd Hoover, Ray Chip, Barney Eldritch, Zigg Starr, Alfred Lischi, sono tutti nomi di scrittori di racconti di fantascienza. È normale che nessuno li conosca, perché ancora non esistono: sono scrittori nati tra il ventiduesimo e gli inizi del ventitreesimo secolo. Ne parlo perché, durante l’ultimo BilBolBul, ho avuto la fortuna di trovarmi tra le mani un’antologia di loro opere pubblicate per la prima volta nel 2230. Si chiama Il segreto di Billy Anderson e altri racconti.
Il libro, una raccolta di racconti di fantascienza di Gnomo Speleologo (nome d’arte di Francesco Scagliarini), ha il formato di una rivista antologica di quelle che si pubblicavano quando nessuno di noi era ancora nato. Il mio consiglio è di fare un’eccezione alla regola e iniziare a giudicare il libro dalla copertina. Proprio perché si tratta dell’imitazione di un’antologia, in copertina non compare il nome dell’autore: in alto c’è solo il titolo, mentre in basso vengono indicati il nome della collana (Scorci dal futuro, volutamente rètro), il numero della rivista e l’anno di pubblicazione, il 2230. È edito dalla fantomatica casa editrice Dat Future Edizioni, che ha come logo una faccia sorridente.
Il futuro sorride a quelli come noi, direbbe il poeta.
Sempre per giocare a confondere il libro con la raccolta antologica, Gnomo Speleologo non ha solo scritto dei racconti di fantascienza: ha impaginato anche l’interno del libro come un’antologia (e devo dire che, per essere un libro autoprodotto, anche il lavoro grafico – pur con tutte le sue imperfezioni – merita una lode).
Ogni storia ha la firma di uno di quegli autori del futuro che ho nominato all’inizio; per ciascuno di loro abbiamo qualche informazione grazie a una nota critica e un piccolo aneddoto, a cura di Simon Rivers e Josh Flynn, gli ipotetici curatori della rivista.
Ogni racconto è poi preceduto da un’illustrazione, che vuole essere un omaggio all’estetica della fantascienza classica. Il libro vede il contributo delle matite di Aniss El Hamouri, Jacopo Starace, Luca Tonin, Marco Galli, Slivia Righetti, Tommy Gun Moretti, Ugo Schiesaro e Manfredi Ciminale, che ha disegnato la copertina.
Il segreto di Billy Anderson e altri racconti, dunque, è un progetto editoriale sui generis, in cui anche le scelte grafiche e il paratesto sono da interpretare come parte della storia. È quel tipo di idea che ci si aspetta di trovare su un banchetto di autoproduzioni.
Però alla fine, tolta la struttura, tolto il gioco della casa editrice del futuro, si tratta sempre di una raccolta di racconti di fantascienza. Ebbene, era da tempo che non mi capitava di leggere una raccolta di racconti in cui i racconti mi piacciono proprio tutti.
Ciò che fa da vero filo conduttore, e che a mio avviso distingue nettamente i sei racconti di Gnomo Speleologo dagli ultimi due, scritti da Marco Galli e Lorenzo Ghetti, è il gusto per il grottesco. Gnomo Speleologo riesce a giocare con gli stilemi del racconto di fantascienza – macchine senzienti, burocrazia disumana, ingegneria genetica e così via – e se ne serve per imbastire storie brillanti e grottesche come quella su una macchina incinta che vuole andare in maternità, storie atroci di aspiranti suicidi che, immortali grazie ai progressi della medicina, devono rivolgersi allo Stato per morire, o divertenti e surreali dialoghi tra ologrammi che non sanno di esserlo.
Devo dire, infine, che il senso dell’umorismo di Gnomo Speleologo non scade mai nella parodia, perciò Il segreto di Billy Anderson e altri racconti è una lettura spassosa che mi sento di consigliare sia ai grandi appassionati di fantascienza, sia a chi, come me, la prende a piccole dosi.
Peccato solo che Il segreto di Billy Anderson e altri racconti, come tutte le autoproduzioni, non si trovi in libreria: o iniziate a girare per fiere e festival sperando di beccarlo, oppure dovete farvelo spedire dal futuro.