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L’Odiario: anche i fumettisti perdono la pazienza

L’Odiario, Tuono Pettinato
GRRRz Comic Art Books, 2016, ISBN: 9788894192216

In L’Odiario il gentilissimo Tuono Pettinato deve fare i conti con il proprio lato oscuro. Dopo una vita di carinerie, disegnetti puccettosi e vezzeggiativi gratuiti, la misura è piena, il vaso è colmo, una goccia trabocca e cade la maschera di fumettista buono. Tuono Pettinato non è un santo, anzi: cova rancore, gronda odio. Egli stesso è il primo a essere sconvolto da questa scoperta, e infatti, non appena arriva la prima crisi di cattiveria, corre a cercare rifugio, aiuto e terapia dal professor Alfredo Verde – che esiste davvero, insegna criminologia e ha inserito Corpicino (sempre GRRRz, 2013) tra i testi d’esame del suo corso all’università di Genova. Il professore, anziché aiutare il paziente a contenere l’odio e tornare in sé, lo invita a dare libero sfogo alle sue pulsioni. Così L’Odiario racconta la storia di come Tuono Pettinato ha imparato ad amare il più represso dei sentimenti. Alla fine addirittura gli dispiace di non aver abbastanza tempo per odiare.

Il malvagissimo libro rosso, edito da GRRRz, è anche un invito a noi lettori a fare come Tuono Pettinato. La storia personale dell’autore è infatti accompagnata da una serie di episodi che hanno per protagonista Cioran; il filosofo sembra essere lo spirito guida di Tuono Pettinato in questa discesa negli inferi della propria anima; e, allo stesso modo, Tuono Pettinato, con il suo esempio, indica ai lettori la strada per godersi la propria perfidia.

Il percorso di scoperta della parte più nera dell’anima è meno lineare di quanto si pensi, e infatti la storia di Tuono Pettinato è accompagnata da altre piccole storie. La fiaba del bambino che non aveva nemmeno un Like su Facebook è una storia a sé, che sembra messa lì apposta per provocare noi lettori: per farci odiare il bambino protagonista. Ci sono, poi, diverse citazioni di personaggi controversi, tutti noti perché non le hanno mai mandate a dire; nel libro, fanno da testimonial per l’odio, raccontando il proprio rapporto personale con il male. Infine, per fugare ogni dubbio sull’intento dell’opera, l’ultima pagina è a completa disposizione del lettore: è La lista dell’odio, in cui ogni lettore può scrivere la propria top ten personale dell’odio e, volendo, la può condividere sui social con l’hashtag #lodiario.

L’Odiario è un libro piacevole che ha il pregio di parlare con leggerezza di un argomento molto profondo e molto delicato. L’umorismo nero, il cinismo e le tante scenette di caustica quotidianità sono qualcosa in più di un’apologia dell’odio: poche cose spaventano l’uomo come la verità, e ciò attorno a cui ruotano la storia principale e tutte le storie a corredo è proprio la scoperta della verità. In questo caso, la verità che anche i buoni a volte possono odiare. In tempi di hate-speech e di esacerbazione degli arroccamenti politici, sociali e personali, L’Odiario è capace di spiegare l’odio, di comprendere il sentimento nella sfera dell’umano, accettarlo ed elaborarlo.

Una delle pagine più rappresentative del libro è quella in cui Tuono Pettinato, come tanti, tantissimi di noi, non sa dire di no e accetta con un falsissimo “Volentierone!” una proposta di lavoro senza budget. È così rappresentativa che durante l’ultimo BilBolBul ne è stato tratto un pannello: i visitatori potevano farsi le foto col baloon che dice “Volentierone!” e un gigantesco no dietro la schiena.

Reprimere l’odio è più comodo che imparare a farci i conti: è questo che ci frega. Tuttavia, se c’è una cosa che L’Odiario ci insegna, è che al mondo ci sono così tante cose da odiare che è impossibile reprimere tutto. Prima o poi tocca esplodere: tanto vale farlo subito e risparmiarsi qualche problema al fegato.

Puoi acquistare L’Odiario qui.

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