Devo ammettere che se non fosse stato tra i finalisti del Premio Strega Ragazze e Ragazzi, con tutta la simpatia per i gatti, non avrei mai letto un libro che ha tutta l’aria di essere l’ennesima storia ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, anche se a firmarla è Michael Morpurgo.
Invece Lo sbarco di Tips mi ha sorpreso e fatto ricredere già dalle prime pagine. Tanto per cominciare, si apre con una mappa che, visto il titolo del libro, mi ha sorpreso: non è una mappa della Normandia. La storia, infatti, ha a che fare con lo sbarco in Normandia, ma avviene tutta dall’altra parte dello stretto della Manica, sulle coste del Devon, in Inghilterra.
Quella narrata nel libro, infatti, è una storia di fantasia, ma il contesto in cui è inserita è realmente avvenuto ed è una storia minore della seconda guerra mondiale: l’evacuazione di una zona del South Hams, la zona del Devon in cui i soldati americani si sono esercitati per prepararsi al D-Day, lo sbarco in Normandia. L’esercitazione era una vera e propria simulazione dell’invasione del 6 giugno 1944, e durante le prove, come nella guerra vera, ci sono stati anche dei feriti e dei morti.
C’è anche un libro, The Land Changed its Facedi Grace Bradbeer, che racconta l’evacuazione del South Hams, e in particolare le vicende avvenute nella cittadina di Slapton. Michael Morpurgo ha tratto da quel libro degli elementi per la trama del suo romanzo, ambientato proprio a Slapton.
Il romanzo è un po’ diario, un po’ romanzo epistolare: la voce narrante è quella di Lily Tregenza, che ormai anziana, spedisce a suo nipote le pagine del suo diario d’infanzia, in cui racconta con gli occhi di una bambina l’esperienza dell’evacuazione, il padre arruolato, l’arrivo dei soldati americani per l’addestramento e, storia che per Lily era più importante delle vicende storiche di quegli anni, la scomparsa della sua gatta Tips.
Come un buon romanzo storico dovrebbe fare, Lo sbarco di Tips mantiene un certo equilibrio tra fiction e realtà: la storia di finzione accompagna nei fatti storici il lettore a piccoli passi e, quasi senza accorgersene, chi legge Lo sbarco di Tips impara anche una lezione di storia; e i fatti storici dell’evacuazione del South Hams, forse proprio perché si tratta di una storia minore, locale, non sono così ingombranti, come spesso accade nelle storie ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale, e lasciano il giusto spazio alle vicende personali di Lily e alle ricerche, a volte un po’ arrischiate, della gatta Tips.
Sul finale, poi, si capisce anche per quale motivo a questa signora ormai anziana sia venuto in mente di spedire i suoi diari al nipote, ed è un’altra bella storia su come, nella vita, non si sa mai come vanno a finire le cose.
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