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L’eterno ritorno della casa sull’albero

L'estate delle cicale - Carioli - Possentini - Bacchilega

L’estate delle cicale di Janna Carioli e Sonia MariaLuce Possentini è uno degli albi illustrati più belli e poetici del 2016

L’estate delle cicale, Janna Carioli, Illustrazioni di Sonia MariaLuce Possentini
Bacchilega Junior, collana: “Fuori”, marzo 2016, ISBN: 9788869420313

Ho letto moltissimi albi illustrati negli ultimi anni. Ma ce n’è solo uno che continuo a pescare e ripescare, leggere e rileggere. Non ha vinto alcun premio, ma dovrebbe. Non ha guadagnato le pagine della stampa più autorevole, ma dovrebbe. Non è fisso sugli scaffali delle librerie, ma dovrebbe. Incredula per non averlo trovato alla Feltrinelli di Bologna, dove non l’avevano neppure sentito nominare, ho atteso ben quindici giorni per poterlo ricevere. Era estate e il viaggio da Imola, dove si trova l’editore Bacchilega Junior, mi è parso eterno. Di ritorno dal mare, lo avevo scelto per il suo titolo: L’estate delle cicale. Mio figlio era rimasto incantato dal frinire delle cicale e mi era tornata alla mente quella presentazione che avevo bucato alla precedente Bologna Children’s Book Fair.

Le associazioni di idee pagano sempre. Senza ombra di dubbio, L’estate delle cicale di Janna Carioli e Sonia MariaLuce Possentini è il libro per ragazzi più poetico e commovente che mi sia capitato fra le mani.

Giocarono ai pirati,
ai naufraghi,
ai marinai.

Tenetela a mente questa frase, perché quando si ripeterà avrete un sussulto di emozione.

Tutto comincia durante una vacanza sul lago. Due bambini, di cui l’autrice non ci rivela i nomi, sognano, progettano e costruiscono una casa sull’albero fra i petali bianchi di un grande ciliegio.
Quella casa con vista sul lago diventa il loro rifugio, la cabina di un capitano sul ponte di una nave e, soprattutto, il luogo dove fare castelli in aria e promettersi l’eternità.
«Saremo amici per sempre», si giurarono una notte in cui, sentendosi invincibili, si fermarono lì a dormire.
Fu una magnifica estate, scrive col suo sguardo delicato Carioli. Gambette che penzolano dai rami e noccioli di ciliegie lanciati a terra, le fa eco Possentini.

Poi, come un fulmine, la rottura.

Giocarono e giocarono.
E un giorno litigarono.
Il motivo era così stupido che lo dimenticarono.
Ma bastò a separarli.

L’estate passò e con essa molte altre ancora. Venti, forse più.
I due ragazzini si dimenticarono l’uno dell’altro e, probabilmente, anche di quella seppur tanto desiderata casa sull’albero.

A volte, però, ci pensa il tempo, e con lui il destino, a riallacciare i fili della vita e a mettere ogni cosa al proprio posto. E così, proprio come accade nel lento e rincuorante film Primavera, estate, autunno… e ancora primavera del regista sudcoreano Kim Ki-duc, è la meravigliosa ciclicità del “tutto torna” ad insinuarsi.

Su quel lago, nelle stesse abitazioni separate da una siepe, i due tornano da adulti con le proprie famiglie. Sono invisibili, senza traccia.
Il palcoscenico è lo stesso, gli attori cambiano.
Un pomeriggio a scovare la casa sull’albero, che aveva resistito a intemperie, decenni e promesse mancate, ci sono altri due bambini. Questa volta un nome ce l’hanno: Marta e Tito.

È lei a salire per prima sulla casetta nascosta fra i fiori di ciliegio. È ancora arredata, basta solo aggiungere qualcosa. Una caraffa e una tazza sbeccata, suggerisce Carioli.

La bimba non immagina che anche qualcun altro trovi riparo sopra quei rami e quando si accorge che è così decide di segnare il territorio, scrivendo sull’esterno della costruzione il proprio nome a caratteri cubitali. Firma in gesso bianco sotto la quale, il giorno dopo, si aggiunge quella di Tito.

Il bimbo non ha intenzioni moleste, tutt’altro. Quel luogo segreto è pronto a condividerlo e, prima di scendere dall’albero, sulla cassetta della frutta che aveva trasformato in tavolino, lascia una mela rossa. È l’inizio di un’amicizia e di un’altra estate magnifica.

Ieri e, di nuovo, trent’anni dopo. Nella stessa casa sull’albero. Con lo stesso lago come panorama.

…e giocarono.
Ai pirati,
ai naufraghi,
ai marinai.

Chiuso il libro, probabilmente, cercherete un caro amico di cui avete perso notizie da tempo.
E, magari, il vostro cadeau di bentornato sarà proprio questo piccolo grande libro romantico, dalle parole elegantemente toccanti e le illustrazioni che sembrano istantanee scattate col pennello.

È inverno, ma queste cicale vi regaleranno un anticipo di estate.

Puoi acquistare L’estate delle cicale qui.

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