Il robot selvatico, di Peter Brown
Salani (22 marzo 2018), Collana: Fuori collana, ISBN: 978-8893812061
Come si comporterebbe un robot se naufragasse su un’isola deserta? È questa la domanda che ha dato la luce a uno dei romanzi per ragazzi più belli degli ultimi anni, che Salani ha pubblicato da noi pochi mesi fa.
Una tempesta fa colare a picco la nave che trasporta un carico di robot. Tutti i robot del carico fanno una brutta fine, tranne uno. O, più precisamente, una, perché il robot protagonista di questo romanzo è femmina. Si chiama Rozzum 7134, ma preferisce farsi chiamare Roz.
Naufragata, e uscita indenne da uno schianto contro gli scogli, Roz si ritrova, come in altri tempi Robinson Crusoe, sola su un isolotto in mezzo all’oceano. Il sistema operativo di cui è dotata è un’intelligenza artificiale di tutto rispetto. Presto Roz scopre di non essere affatto sola sull’isola: non ci sono robot, né persone, però ci sono moltissimi animali. In poco tempo impara il loro linguaggio.
All’inizio integrarsi è dura: per gli animali Roz è un mostro, viene da chissà dove e sicuramente ha cattive intenzioni, o comunque porterà guai. Le cose iniziano a cambiare quando adotta Beccolustro, un anatroccolo rimasto orfano. Pur restando, agli occhi degli animali, una bestia indecifrabile, alcuni di loro iniziano ad abbassare la guardia.
Pian piano Roz riesce a conquistare la fiducia e l’affetto di tutta la popolazione. La sua presenza si rivela un’importante risorsa per gli animali, e a sua volta Roz ha sempre qualcosa da imparare da loro. Proprio quando tutto sembra andare per il meglio, però, qualcuno approda sull’isola intenzionato a riprendersi il suo Rozzum 7134 e riportarlo a casa.
Peter Brown è innanzitutto un illustratore e Il robot selvatico è il suo primo romanzo, perciò non c’è da stupirsi che tutto sia nato, come racconta sul suo blog, da un disegno. Dieci anni fa, mentre lavorava alle illustrazioni di un altro libro, ha iniziato a disegnare ossessivamente un robot su un albero. Tra l’idea iniziale e il romanzo compiuto sono trascorsi anni di ricerche, studio, pianificazione e ripensamenti, e insieme alla storia anche quel piccolo disegno si è evoluto. Le illustrazioni definitive, infatti, sono state realizzate anche tenendo conto di come potrebbe essere la natura in un futuro in cui ci saranno robot intelligenti.
Sebbene tutta la storia sia ambientata su un’isola selvaggia, qua e là si intuisce che il resto del mondo non se la passa benissimo, soprattutto dal punto di vista ambientale. Brown spiega che ha immaginato un’isola nata dall’innalzamento del livello del mare, in cui convivono animali che siamo abituati a trovare in habitat molto diversi e distanti tra loro, perché buona parte delle nostre terre emerse sono sommerse.
Per saperne di più sul mondo attorno all’isola, e sulle sorti di Roz, bisognerà aspettare che arrivi in Italia The Wild Robot Escapes. Oppure procurarselo in inglese.